Bella
Era trascorso un mese dall'attacco ai Volturi e io non stavo più nella pelle. Edward aveva voluto organizzare un nuovo matrimonio e aveva insistito perchè avessi un abito nuovo, quando io avrei tranquillamente fatto mettere a posto l'altro. Diversamente da quello che mi sarei aspettata, anche Charlie ci si mise, dicendo che aveva ragione Edward. Ah, eravamo messi bene se suocero e genero facevano comunella a quel modo! Povera me! Però non mi dispiaceva affatto che andassero così d'accordo. Secondo me, il mio caro futuro maritino aveva conquistato lo sheriffo con la pesca.
Eh sì, perchè ora che era guarito, Charlie era tornato in servizio e i suoi colleghi gli avevano anche fatto festa, regalandogli una canna nuova!
Edward aveva detto di essere un esperto e aveva spiegato a mio padre alcuni trucchi. Charlie era tutto intento ad ascoltare tutto quello che riguardava esche e loro utilizzo con l'attenzione di un bambino davanti ad un gioco.
Ricordo, poi, la sera... quando mi chiese per la seconda volta di sposarlo...
Eravamo usciti per svagarci un pò e restare soli. Edward, però, mi era parso un tantino misterioso.
Mi aveva chiesto di vestirmi elegante e prima di uscire mi aveva messo una benda sugli occhi.
- Edward, scusa, ma se mi bendi prima di uscire come faccio? Aspetta almeno che sia salita in macchina. - proposi un pò timorosa.
- No, no. Non posso farti salire in macchina così. Ti guiderò io, non ti preoccupare. Fidati di me. - mi rispose, rassicurante.
Mi prese una mano e con l'altra dietro dietro la schiena mi guidò, facendomi salire sull'auto. Come entrai, sentii un profumo buonissimo. Sembrava di stare in un negozio di fiori.
Come lo sentii accomodarsi, gli chiesi subito il motivo di quel profumo.
- Edward cos'hai messo in macchina? C'è un profumo delizioso -
- Lo vedrai appena saremo arrivati. -
Dopo mezz'ora si fermò e venne ad aprirmi lo sportello.
- Ecco, adesso puoi guardare, stella - mi disse, togliendommi la benda.
I miei occhi si posarono sul sedile posteriore pieno di fiori, tutti sistemati come a formare una grande aiuola: rose blu e rosse, gigli bianchi e iris.
- Edward! Sono meravigliosi! - dissi allungando una mano a sfiorare quei petali vellutati.
- Mai quanto te... e se non ci sbrighiamo, non so se ti farò scendere dalla macchina - parlò roco, mentre mi porgeva la mano e io arrossivo per l'allusione.
Edward era uno schianto assoluto: indossava uno smoking che gli stava divinamente. Ma lui stava bene con qualsiasi cosa...
Aveva preparato un tavolino in spiaggia, dove cenammo a lume di candela, davanti a un tramonto spettacolare e ballammo mentre un ragazzo ci suonava qualcosa con un violino.
Poco dopo mi fece risedere al nostro tavolino e mi versò un flute di champagne. Io ero ipnotizzata dai suoi movimenti e soprattutto dai sui occhi su di me.
- A cosa brindiamo? - chiesi, senza staccare lo sguardo da quei fari verdi.
- A noi - facemmo tintinnare i bicchieri e quando il liquido finì mi accorsi che c'era qualcosa.
Lo presi tra le dita emozionatissima: era un anello stupendo. Il mio cuore aveva corso per tutto il tempo, ma in quel momento mi sembrò fermarsi.
- Edward... è .. bellissimo.. - balbettai emozionata.
- Sai, mi dispiaceva di non avertelo regalato prima, a causa della fretta per la situazione... così ho pensato di farlo stavolta... - si inginocchiò davanti a me - Isabella Swan, mi vuoi sposare? -
Ero emozionata come la prima volta e gli saltai al collo felice.
Mancava poco, ormai. Avevo chiesto ad Angela e a Mana di aiutarmi e loro avevano accettato con entusiasmo. Avevo fatto conoscere tutti ad Angela, infatti. Non le avevo ancora detto niente sui ragazzi: sarebbe stato meglio lasciare a loro questa incombenza, se avessero voluto.
- Grazie ragazze... non avete idea di cosa significhi avermi al mio fianco oggi - dissi loro commossa.
- Oh, Bella, smettila, altrimenti ti colerà il trucco - mi riprese bonariamente Mana.
- Esatto, Mana ha ragione. Ti voglio bene. - mi abbracciò angie.
- Su, forza, che Edward ti aspetta! - mi incitò Mana.
Mamma mia che tremarella!
Mi fecero salire su una cinquecento degli anni 50/60, tutta rossa con gli interni bianco - panna. Era stata addobbata con fiorni d'arancio e peonie bianche sul cofano, il tutto fissato da un grande nastro color perla.
Poco dopo giungemmo alla chiesa. Le ragazze mi aiutarono a scendere, cosa non facile col vestito e il velo lungo che avevo.
- Ragazze, vi prego, tenetemi perchè non sono molto sicura del mio equilibrio - le pregai.
Una volta al portone, vidi Edward in tutta la sua magnificenza. Dio quant'era bello! Avanzai verso di lui seguita dalle ragazze e mio padre a braccetto che non avevo nemmeno visto avvicinarsi.
- Sei un fiore, bambina mia. Sono felice per te - mi sussurrò, emozionato.
- G-grazie papà - riuscii a malapena a rispondere.
I miei occhi non si staccavano da Edward e i suoi non lasciavano i miei.
- Sei la cosa più bella che abbia mai visto - mi mormorò il mio quasi marito quando lo raggiunsi.
- Anche tu - ero incapace di proferire altre parole.
I testimoni di Edward, naturalmente erano Jazz e Emmett e le mie, Mana e Angie. Finita la cerimonia, ci dirigemmo alla location del nostro rinfresco. Ero tanto felice, seduta accanto a mio marito! Quando arrivammo rimasi stupita: era una villa bellissima, immersa nel verde di Forks.
- Dove siamo? - chiesi curiosa.
Edward sorrise e mi fece scendere dall'auto.
- Ci scusate un momento? - si rivolse agli altri, che si limitarono ad annuire.
Mi trascinò per mano fino alla porta, poi mi prese in braccio.
- Che fai? - chiesi senza capire che stesse facendo.
- Mi adeguo alla tradizione - mi strizzò l'occhio.
In quel momento capii e sgranai gli occhi.
- Vuoi dire che questa è... casa nostra? - chiesi, emozionata.
- Esatto. Ti piace? - volle sapere mentre mi posava a terra una volta entrati e mi mostrava le stanze.
- E' stupenda Edward... assolutamente splendida! - esclamai contenta.
- Ne sono felice - mi sorrise, tornando dagli altri.
Dopo aver mangiato a sazietà, Edward si alzò in piedi e fece un annuncio.
- Ragazzi, vorrei la vostra attenzione per un momento. Vorrei ringraziare dal profondo del cuore i miei più cari amici, senza i quali non sarei qui. Ma soprattutto vi ringrazio per il vostro affetto. Spero che accetterete un piccolo dono da parte nostra. Seguitemi - fece segno ai ragazzi.
Ci spostammo a piedi e percorremmo non più di quattro o cinquecento metri. Vi erano tre villette non molto distanti una dall'altra.
- Emmett, Jasper. Queste case sono vostre e queste sono le chiavi. - annunciò, consegnando l'oggetto nelle mani degli amici, letteralmente esterrefatti.
- Ma Edward... noi... - balbettò Emmett
- Vi prego, ci tengo. -
- Bhe... grazie Edward. Sei un vero amico - disse Jasper un pò in difficoltà, abbracciando mio marito e seguito da Emmett.
- Ovviamente, data la tua situazione Jazz ho anche pensato al futuro... - gli sussurrò. Io ero vicina e potei sentire. mi scappò un sorrisetto in direzione di Mana, che per fortuna non se ne accorse.
- Ma... ma... io... - vidi Jasper arrossire come mai l'avevo visto.
Poi si avvicinò a mio padre, ci parlottò un momento e vidi Charlie sgranare gli occhi. Non cipotevo credere! Non dirmi... Vidi Charlie abbracciare Edward, poi mio marito fece ritorno da me, mente lo sheriffo si dirigeva verso un'altra casa.
- Non dirmi che hai fatto anche a lui... - chiesi, emozionata.
- ..lo stesso regalo che ho fatto ai nostri amici? - finì per me, sorridendo.
Annuii senza essere capace di dire niente.
- In effetti sì. Non che voglia che si separi dai vostri ricordi, ma credo che sarebbe salutare se cercasse di rifarsi una vita. E' ancora abbastanza giovane, non trovi? Poi volevo che anche lui fosse vicino. -
- Non so come ringraziarti, Edward. Sono la ragazza più fortunata dell'universo. Sei il mio miracolo personale. - gli dissi baciandolo.
Jasper
Edward ci aveva fatto un regalo immenso: una casa tutta per noi, dove vivere traquillamente. e non solo! Ci aveva perfino fatto un conto in banca con una parte del patrimonio che suo padre gli aveva lasciato! Io e Emmett cercammo di dirgli che aveva già fatto tanto con le abitazioni, ma Edward non volle sentire ragioni e disse che a lui restava ancora talmente tanto che non avrebbe avuto bisogno di lavorare per tutta la vita.
La villa non era distantissima dalla sua, solo mezzo chilometro. In questo modo, ognuno aveva la sua privacy mantenendo la comodità della vicinanza. Un'idea perfetta!
Già immaginavo quella casa con me e Mana, i suoi cuginetti e magari... Oddio! Ero proprio cotto!
Decisi di preparare alcune cose: quella sera le avrei fatto una sospresa.
Chiamai Bella per chiederle se poteva badare a Leon e Gary e disse che non era un problema. Per fortuna! Poi, naturalmente, dal mio tono entusiasta, volle sapere cosa avevo in mente. Glielo dissi e lei mi riempì di lodi e consigli, felice come una pasqua. Era proprio un'amica speciale!
Progettai tutto nei minimi particolari e le inviai un biglietto.
Mana
Stavo preparando qualcosa per i bambini, da merenda, quando suonarono al campanello. Mi avviai svelta e mi trovai di fronte un fattorino.
- E' lei la signorina Mana? -
- Sì, sono io. -
- Ecco a lei. - mi porse una scatola blu con un fiocco argentato. Chissà chi me la mandava e cosa c'era dentro? Presa dalla curiosità entrai in camera mia e aprii subito quella scatola.
Non potevo credere ai miei occhi: c'era un abito bianco bellissimo, particolare e semplice allo stesso tempo. Assieme al vestito c'erano tre rose legate insieme con tre nastrini degli stessi colori dei fiori e un biglietto. Lo aprii velocemente.
"Tre rose per la più bella creatura del mondo: quella rossa bianca per la tua purezza, quella rossa per la tua passione. Una limousine verrà a prenderti alle otto. Ti prego, angelo mio, vieni dal tuo umile ammiratore. Un bacio, J."
Oddio... non potevo crederci! Chissà cos'aveva in mente il mio Jasper? E poi non diceva niente della rosa blu, che strano... Ero curiosissima di sapere che sorpresa poteva avere in mente. Ero proprio euforica! Chiamai Bella, che per fortuna non aveva problemi a tenere i bambini.
Finalmente arrivarono le otto. Io ero pronta da soli cinque minuti, ma non mi erano mai sembrati tanto lunghi! Suonarono alla porta e andai ad aprire. Un autista mi fece salire e mi portò alla mia destinazione. Una volta raggiunta, mi aprì lo sportello e mi trovai di fronte al parco dove Jasper mi aveva parlato di sè. Il mio cuore iniziò a tamburellare furioso.
La via da percorrere era illuminata da piccoli mini cesti di vimini, al cui interno erano state accese delle fiammelle. Le seguii finchè iniziai a sentire una dolce melodia suonata alla chitarra. La musica si sentiva sempre di più, segno che ormai ero arrivata. Quello che mi si parò di fronte mi lasciò senza respiro.
Jasper se ne stava appoggiato ad un albero, suonando quella fantastica musica, vestito elegante. Vicino a lui, un gazebo in ferro battuto, decorato con rose rampicanti, ederea e piccole lucine bianche.
L'autista che mi aveva accompagnata fino a lì prese la chistarra che gli porse Jasper e continuò a suonare, mentre il mio ragazzo avanzava sorridente verso di me.
- Buonasera, mi concede questo ballo, madame? - mi chiese facendomi un piccolo inchino e tendendomi la mano. L'afferrai mormorando un "sì" che non so come fece a sentire e mi portò al centro del gazebo, dove iniziammo a ballare. Mi piaceva stare stretta a lui, ci sarei rimasta per sempre! Ad un certo punto però, si fermò e mi sollevò il viso.
- Mana... tu mi sei entrata nel cuore e nell'anima da subito. Hai accettato il mio passato, nonostante tutto, sei dolce, passionale, sincera, determinata e così tanto altro che potrei durare fino a domani. I miei sentimenti per te sono molto profondi. Questo è il significato di questa rosa - disse estraendo una rosa blu da una delle colonnine del gazebo. Non l'avevo notata...
Me la porse e io avvicinai il naso per sentirne il profumo, quando mi parve di vedere qualcosa in mezzo ai petali. Guardai Jasper che mi sorrideva ancor di più. Estrassi il piccolo oggetto e rimasi basita... era un anello in oro bianco con un solitario.
- Jazz... ma è stupendo... - dio, ero emozionatissima!
- Mai quanto te... - si inginocchiò all'improvviso e il mio cuore prese a correre furiosamente, forse intuendo per primo le intenzioni di Jazz.
- Mana, io ti amo con tutto me stesso, con tutto il cuore, l'anima e il corpo... vuoi sposarmi? -
Automaticamente una ia mano raggiunse la mia bocca in un'espressione sbalordita, poi gli gettai le braccia al collo gridando "sì" diverse volte.
Edward
Poco tempo dopo il nostro matrimonio, Mana e Jasper ci annunciarono il loro. Che bello! Ero felice per loro. Se lo meritavano.
Dopo i festeggiamenti, io e Bella eravamo nel nostro grande lettone, naturalmente dopo aver fatto il nostro "dovere"... Solo che in questo periodo mi sembrava che la mia mogliettina ne avesse più voglia del solito. Infatti ricominciò a strofinarsi contro di me.
- Ehi, tigre, non che mi dispiaccia, ma come mai sei diventata così.... ehm... così... - non sapevo che termine usare.
- Vogliosa, vuoi dire? - finì per me baciandomi il collo e strofinando il seno sul mio petto.
- Bhe... sì - mormorai roco e ormai perso.
- Tutto merito suo signor Cullen... - sussurrò piano, riprendendo a baciarmi con ardore.
Non riuscii certo a resistere a tuttoil suo fuoco, così la spinsi fino a trovarmi sopra di lei. Stuzzicai le punte delle sue colline vellutate con la lingua, le labbra, i denti... Sentivo Bella rilasicare qualche gemito e le sue mani sulla mia schiena e sui miei glutei, dove strinse e premette per fari avvicinare di più a lei, che muoveva il bacino verso di me.
Scivolai. poi, pian piano verso la sua intimità. La sentivo completamente abbandonata, fremente, gemente. E tutto questo mi dava carica, mi incitava a farla impazzire.
Lambii quella piccola porzione di carne, aumentando la nostra eccitazione, finchè Bella, con uno scatto, mi fece staccare da lei e mi fece alzare. Non sapevo cosa avesse in mente, ma il suo sguardo malizioso prometteva bene. Mi alzai e la raggiunsi, allungando le braccia per stringerla, ma lei sgusciò via con una corsetta.
La guardai divertito, estasiato dal suo corpo e un pò confuso. Mi sorrise e si appoggiò al muro, dandomi la schiena, poi si voltò e mi fece segno con un dito di avvicinarmi. Capii le sue intenzioni e mi stupii di quanto potesse essere audace mia moglie. Era meraviglioso potermla chiamare così.
- Tu sei decisamente la mia tentazione più grande - le mormorai all'orecchio - anzi, un diavoletto tentatore, che adoro! -
- Bhe, tu sei l'angelo dei miei sogni, lascia che io sia il diavoletto dei tuoi desideri - mi parlò con voce sensuale.
Non mi feci pregare e ricominciai a torturarla. Una mano su un seno, l'altra sulla sua intimità, mentre Bella strusciava il suo fantastico sederino sulla mia eccitazione. Non ci vidi più e la presi così, in quella posizione. Sentivo i suoi muscoli interni accogliermi nel loro calore e stringersi man mano attorno al mio sesso. Dio che sensazioni che mi faceva provare! Arrivammo all'apice insieme, poi la presi in braccio per riadagiarci sul letto.
Mentre la coccolavo, come adoravo fare, mi disse che aveva fame.
- Senti, io avrei un pò di fame... vuoi qualcosa anche tu? - mi chiese come se fosse ovvio. La guardai confuso e stupito. Avevamo mangiato appena due ore prima.
- Bella, tesoro, come fai ad avere fame? Non è passato tanto da quando abbiamo finito di cenare. Da dove ti viene tutta questa fame? - domandai, curioso.
- Bhe.. non è proprio fame... ho voglia di fragole e cioccolata. Poi chissà... forse è colpa di tutta l'attività fisic ache mi fai fare, che dic? - mi schernì.
- Ah. Così sarei io il colpevole? Ma non era lei, signora Cullen, quella che si è dichiarata "vogliosa", poco fa? - ribattei, divertito.
- Si è vero... In realtà c'è un motivo se ho tutte queste voglie... - alzò la testa a guardarmi intensamente. Mi prese una mano senza staccare gli occhi da me e la portò sul suo grembo. All'inizio non capii quella mossa, ma poi sgranai gli occhi.
- Vuoi... dire che... sei... - balbettai.
- Sì... aspetto un bambino... - sussurrò, emozionata.
La strinsi forte tra le braccia.
- Oh Bella, è fantastico! Di quanto sei? - le chiesi, euforico.
- Di sette settimane. Ho già fatto la visita, non ti preoccupare, tutto ok - mi sorrise.
Io, Edward Cullen, ex capo di un'organizzazione illecita e criminale, avevo avuto la fortuna di incontrare un angelo che mi aveva cambiato la vita. Non so se avrei dovuto ringraziare il cielo o mio padre ovunque fosse, ma chiunque me l'avesse "inviata" aveva tutta la mia gratitudine.
Ora, per merito suo, avevo una famiglia, degli amici e una vita bellissima davanti da trascorrere con la mia Bella.
The End.
Mamma mia... siamo giunti proprio alla fine! Grazie infinite a tutti coloro che hanno letto. Un bacione!
Ringrazio tantissimo la mia carissima Manu, sempre presente! Visto, stellina? ;) Spero con quella piccola sorpresina all'interno del capitolo di essermi fatta perdonare per la volta scorsa =) eheh.. Un bacio grande grande!!