Bella
L'attuazione del piano escogitato ai danni di Aro era imminente. Più si avvicinava il giorno, più sentivo la tensione. Cercavo di non darlo a vedere, non volevo che Edward o qualcun'altro si dovesse sobbarcare il pensiero della mia agitazione. E ora mancava solo un giorno... Per fortuna avevano almeno lasciato che li aiutassi nei preparativi!
Avevo detto che me sarei stata buona ad aspettare con mio padre, magari da qualche parte nascosti, giusto per precauzione. Dovevo ammettere, però, che già il solo pensiero dell'attesa non era tanto sopportabile, figuriamoci quando sarebbe arrivato il momento! Non ero capace di stare troppo ferma, cercavo di tenermi impegnata quel tanto da scaricare un pò di tensione e sperai che non se ne accorgesse nessuno. Temevo, però, che non fosse del tutto così: Edward mi faceva spesso degli scherzi, cercava di farmi ridere e mi coccolava molto. Bhe, non che mi dispiacesse, ovvio!
Fortuna volle, però, che Jasper avesse iniziato a conoscere meglio Mana: le avevo fatto notare indirettamente che quel ragazzo era interessato a lei.
Così, avevano preso ad uscire insieme e io mi ero offerta di badare ai suoi cuginetti, Leon e Gary di tre e sei anni. Mi ero offerta anche per aiutarla durante i suoi turni in ospedale, così non avrebbe più dovuto pagare una baby sitter. Jasper era contento di questo e molte volte badava lui stesso ai bambini, facendoli giocare. Era incredibile quanto ci sapesse fare. E pure Emmett! Che incredibilmente, qualche volta lo aiutava e ci si metteva pure lui! Erano uno spasso! Ma che dolci...
Quello buffo era Edward, invece: quando c'erano i bambini era un pò geloso del tempo che dedicavo loro, si metteva a giocare anche lui, a volte, ma si vedeva che era grato ai nostri amici quando toglievano l'incombenza a me.
Pensai che probabilmente avevo trovato un diversivo per tutti: anche Charlie giocava con i bambini ed ero certa che avrebbe fatto il nonno volentieri. Il nonno... chissà se a Edward sarebbe piaciuto?
Bhe, adesso come adesso non dovevo pensarci.
Io e Edward avremmo trascorso la giornata successiva insieme, in modo spensierato. Solo io e lui. E non vedevo l'ora. La loro partenza per il palazzo di Aro era prevista di notte per arrivare sul posto all'aba. Era un modo come un altro per trovare le guardie meno sveglie e meno pronte nell'agire. Avrebbero diffuso un gas soporifero per addormentare tutti, poi Emmett avrebbe piazzato delle cariche esplosive. Ovviamente, il tutto dopo aver sistemato la guardia ai monitor e messo una piccola registrazione a ripetizione, che mostrava l'area sorvegliata assolutamente tranquilla.
Una volta occupatisi delle guardie, avrebbero affrontato i tre fratelli.
La giornata successiva arrivò anche troppo presto. Mi svegliai con un timido raggio di raro sole che mi illuminava il volto.
Mi girai lentamente verso Edward, che ormai dormiva sempre con me. Dio che imbarazzo, qualche tempo prima! Ero uscita dalla mia stanza, attenta a non far rumore per non svegliare nessuno e mi ero diretta in cucina a preparare un vassoio di colazione per me e Edward. Ero di ritorno, maglietta e micro slip indosso, quando Emmett sbucò dalla sua stanza... Mi fiondai dentro la mia camera, sperando che non avesse fatto caso al vassoio, ma era improbabile. Più tardi, e con molta non chalance, mi sussurrò all'orecchio.
- La prossima volta indossa qualcos'altro, oltre la maglia, sederino d'oro. Anche se il vassoio era già un chiaro segno - mi fece l'occhiolino e se ne andò. Dio! Sarei sprofondata! Da allora feci più attenzione!
Edward aveva ancora gli occhi chiusi, era tremendamente bello e avevo voglia di accarezzare il suo splendido viso. Non feci in tempo che mi ritrovai stretta tra le sue braccia e le sue labbra sulle mie.
La sua bocca esigente, avida, passionale come solo lui sapeva essere. Non fui certo da meno.
Anzi, scorsi una scintilla di compiaciuto stupore quando lo spinsi per essere sotto di me. Lui cercò di rialzare il busto, ma glielo impedii. Mi abbassai a strusciargli i seni contro il petto (avevamo già fatto l'amore durante la notte) e la mia femminilità contro il suo sesso, che si risvegliò subito.
Lo guardavo come una regina osservava il suo suddito, preso dall'eccitazione del momento, e ne era compiaciuta la massimo. Inarcò un pò il collo all'indietro e ne approfittai per chinarmi su di esso.
Sentii le sue mani, che già vagavano per il mio corpo, andare a stringermi i glutei come fossero stati un antistress. Lo baciai con grande ardore, con la stessa urgenza con cui mi aveva baciata lui, mentre issavo il bacino e facevo scivolare la sua eccitazione dentro di me.
Dio che sensazioni meravigliose mi faceva provare! Dubitavo che ne avrei mai avuto abbastanza... Eh sì, mi sapeva tanto che ormai il caro Edward mi avesse "traviata" per benino.
Poco dopo il sopirsi momentaneo di tutto il nostro fuoco, mi prese tra le braccia come faceva sempre.
- Che ne diresti di lasciamri andare? Così faccio una doccia e mi vesto. Non avevi dei programmi in mente, per oggi? - gli chiesi, beandomi delle sue coccole.
- Mmm... per me è molto difficile lasciarti andare. Devo proprio? In fondo i miei non erano programmi così importanti... - mi parlò come fosse stato un bimbo che cerca di ottenere la caramella, mentre mi baciava il collo.
- Si, devi. Dai, io sono curiosa. Voglio vedere cos'hai in mente - ahh... come era difficile anche per me, però, staccarmi da lui! Cercai di alzarmi, ma me lo impedì.
- Aspetta un secondo. Voglio almeno un bacetto - si lamentò.
Sorrisi del suo "infantilismo" e lo baciai.
Dopo un solo minuto che mi ero messa sotto l'acqua calda, eccolo arrivare!
- Sei proprio insaziabile, eh? - gli dissi accerazzando il volto perfetto di Edward, mentre il suo sesso già di nuovo pronto premeva sul mio "sederino", come lo chiamava lui.
- Di te, mai! - dichiarò sicurissimo.
Dopo averlo fatto anche sotto l'acqua, asciugati e vestiti, uscimmo per la nostra gita.
Avevamo affittato una moto perchè le nostre erano troppo riconoscibili. Mi tenevo stretta a Edward, che guidava fluido sull'asfalto. Era davvero rilassante. La sua schiena ampia mi proteggeva un pò dal vento. Anche se amavo sentire l'aria addosso, però, amavo ancor di più il calore del corpo di Edward, stringermici contro... E poi provavo lo stesso l'ebbrezza della velocità.
Ci fermammo in una zona poco frequentata, in quel momento deserta, e ci dirigemmo in spiaggia, a la Push. Il mio amore aveva avuto proprio una splendida idea! Era dal nostro meraviglioso weekend che non eravamo più tornati al mare. E da poco dopo che non andavamo più in moto.
Jasper
Iniziai a pensare che avrei dovuto ringraziare non solo il cielo, ma anche Bella. Ero certo, chissà perchè, che avesse detto qualche buona parola a Mana nei miei riguardi. Erano due tesori di ragazze.
Mana era una speciale, dolce, discreta e timida, ma all'occorrenza tirava fuori anche una certa grinta, era tenace. Ma con lei avevo timore di oltrepassare qualche limite di troppo, così cercavo di lasciarle una certa libertà d'azione, di scelta.
Adesso che sentivo che il nostro rapporto stava per fare il gradino successivo, volevo essere sincero con lei. Sentivo che lo meritava, anche se avevo paura di perderla e vederla scappare a gambe levate. Non avrei potuto biasimarla per questo.
Quella sera, un giorno prima dell'attacco, eravamo usciti insieme e adesso eravamo seduti su una coperta sull'erba in un parco non molto distante da casa Swan.
Doveva avermi visto un pò nervoso, perchè all'improvviso mi prese la mano e mi parlò.
- Jasper, che c'è? Mi sembri un pò nervoso.. - disse in tono preoccupato.
- Scusa. E' che voglio essere sincero con te, meriti di sapere tutto... tu sei speciale, Mana, e molto importante per me - le confessai. Il suo volto un pò preoccupato, ma le sorrisi, sperando di sembrare rassicurante. Sembrò pensare un momento, poi parlò.
- Dimmi. Non aver timore di parlare di con me - mi rassicurò.
- Ok... Ecco, vedi... io... - iniziai il mio racconto, spiegandole ogni cosa. Mentre raccontavo, cercavo di scorgere ogni sua emozione, ma diversamente da quanto mi sarei aspettato, vedevo dispiacere per quella che era stata la mia vita, stupore per le cose che avevo vissuto e fatto, ma non vedevo terrore nei suoi occhi. Nè traccia di disgusto o compassione.
Quando finii il racconto attesi che dicesse qualcosa. Aveva rivolto lo sguardo altrove, pensierosa.
Poco dopo fece un gran respiro e tornò a rivolgere lo sguardo verso di me.
- E' una storia davvero incredibile e terribile, quella che mi hai raccontato. Se devo essere onesta, adesso mi sento un pò spaesata. Credo di aver bisogno di realizzare quel che mi hai detto - mi spiegò con sguardo dispiaciuto.
Che quello che temevo stesse per accadere? L'avrei persa? Eppure nei suoi occhi non avevo visto nè vedevo orrore verso di me... Dopo aver pensato per non so quanti minuti, si rivolse di nuovo a me.
- Ascolta, mi fa molto piacere che tu abbia voluto raccontarmi il tuo passato e sia stato sincero con me. Credimi, lo apprezzo molto. E non credo che tu sia una cattiva persona. Credo che tu sia un bravo ragazzo che ha avuto una vita difficile, sei cresciuto in mezzo alla violenza e non conoscevi altro. Adesso, forse grazie alla presenza di Bella, che credo di poter dire che sia la mia migliore amica, siete cambiati tutti. E i risultati si vedono. Non credo che se ti avessi conosciuto qualche mese fa saresti stato preoccupato di raccontarmi la verità, magari mi avresti solo usata, ma stiamo parlando del passato. Adesso vedo solo un ragazzo che ha sofferto e che è dolcissimo, sia con me che con i bambini. Vedo una persona diversa da quella che mi hai descritto. - mi guardava seria e dritto negli occhi, determinata e sicura delle sue parole, che mi stavano alleggerendo l'animo.
Però volevo anche essere sicuro, non volevo che si pentisse del suo giudizio, forse anche troppo positivo.
- Mana io... non so davvero che dire... Dopo tutto quello che ti ho raccontato non scappi via da me terrorizzata e accetti tutto così serenamente? - le chiesi, ancora un pò incredulo.
- Sì, perchè anche se non è tantissimo che ci conosciamo ho avuto modo di capirti almeno un pò, in diverse situazioni, e non posso fare a meno di pensare che quello che sei stato non avesse niente a che fare con te. - dichiarò sicura.
No, non avevo davvero parole. Era una ragazza incredibile, preziosa e imperdibile. Oltre che bellissima. Potevo tranquilla mente dire che lei e Bella si fossero proprio trovate.
Mana dovette accorgersi dell'intensità del mio sguardo, nonostante l'oscurità. Allungò una mano al mio viso per accarezzarmi e io la coprii con la mia.
- Sei davvero speciale... - mormorai, avvicinandomi - ...e stupenda - finii prima di baciarla.
Mi accolse subito nel suo caldo anfratto, che mi faceva stare troppo bene. Sentii le sue mani raggiungere la mia nuca e giocherellare coi miei capelli, mentre le mie braccia cercavano di avvicinarla al mio corpo, desideroso del calore del suo da favola.
All'improvviso sentii le sua mani scendere e infilarsi sotto la maglia e senza nemmeno rendermene conto, ci ritrovammo distesi sulla coperta. Mana aveva un ardore incredibile e se mi avesse lasciato fare, le avrei dimostrato che si sarebbe scottata col fuoco. Io continuavo a baciarle tutti i punti di pelle scoperta, a far vagare le mie mani su di lei. Finchè non sentii le sue spostarsi di nuovo dal mio torace alla zip dei pantaloni.
Mi scostai leggermente per guardarla negli occhi: la sua espressione era decisa e piena di desiderio. Come a leggermi nella mente, mi fece un piccolo cenno di assenso e non ci fu bisogno di altro.
Edward
Dopo la splendida giornata passata con Bella, giocando tra le onde sul bagno asciuga, rotolandoci sulla sabbia, scherzando, ridendo e baciandoci tanto, finalmente eravamo nel suo letto.
Dopo cena avevamo visto rientrare un Jasper piuttosto soddisfatto. A prendersi cura di Leon e Gary, Emmett e Charlie. Incredibile come il primo sembrasse un pò alla stregua delle due pesti, bambini molto vivaci e intelligenti, e molto bello come ci si rapportava il padre di Bella. Sembrava nato per fare il nonno.
Avevo notato, però, come in questi ultimi giorni la mia Bella fosse un pò nervosa. Cercava sempre di essere sorridente, sicuramente per non farci sentire in colpa o anche il peso del suo nervosismo, conoscendola. Così le facevo spesso degli scherzi, cercavo di farla ridere perchè si rilassasse.
Certo, non potevo darle torto: se fossi stato al suo posto credo che avrei dato di matto o addirittura l'avrei potuta legare pur di non farla scappare. Lo so, ero esagerato, ma quando si trattava di lei non riuscivo ad essere particolarmente razionale. Però, d'altra parte, apprezzavo il fatto che avesse accettato tutto questo. Forse perchè se fossimo riusciti nel nostro intento, ci saremmo sbarazzati una volta per tutte di Aro e company.
- A che pensi? - mi chiese la mia tigre accarezandomi il volto, abbracciata a me.
- Niente di particolare... - provai a svicolare.
- Edward... - una piccola nota di rimprovero nella sua dolce voce.
- Ok, pensavo a noi. Pensavo a quanto sono fortunato e credo che il cielo o magari mio padre, mi abbia fatto il più bel regalo in assoluto mandandomi te. - dichiarai convinto.
- No, - scosse la testa sorridendo il mio angelo - secondo me sono io quella che ha ricevuto un regalo - e senza darmi tempo di replicare, mi aveva già catturato in un bacio.
Quella notte, finchè avevamo tempo, ci eravamo dedicati l'uno all'altra come non avevamo mai fatto, forse per timore di ciò che sarebbe accaduto. Poi dovetti salutare lei e Charlie e fu tremendamente difficile.
Una volta diretti al palazzo di Aro, iniziammo subito a mettere in atto il nostro piano. Parcheggiammo poco distante dal giardino sul retro, indossammo delle maschere anti-fumo e le fondine di cuoio con le pistole. Zaini in spalla con tutto l'occorrente ed eravamo pronti. Eravamo vestiti opportunamente di nero.
Ci infiltrammo cercando di scavalcare un muro di recinzione aiutandoci con le piante rampicanti che lo ricoprivano e i piccoli appigli tra i sassi di cui era fatto. Una volta in cima, ci issammo grazie al lungo ramo di un albero, che oltre alla sua resistenza, ci offriva anche il riparo ulteriore dalla vista delle telecamere.
- Emmett, tu di là, a piazzare i fumogeni soporiferi. Jasper, tu con me a sistemare la guardia - ordinai loro. I ragazzi eseguirono annuendo. Cinque minuti dopo, velocissimi, ci incontrammo nel punto stabilito. Le guardie dormivano, ma restava il problema di attraversare i corridoi per arrivare ad Aro. Inoltre, conoscendolo, aveva di sicuro qualche guardia nelle vicinanze della sua stanza.
Continuammo con il nostro piano, che per fortuna andò bene finchè non arrivammo dal nemico.
C'era da aspettarselo che avrebbe preso Blackie per guardia personale. Era grosso e forte quasi quanto Emmett e aveva ben poco da invidiare ai miei amici quanto a professionismo.
Ogni persona in quella stanza era armata e ognuno puntava i propri obiettivi. In teoria saremmo stati in vantaggio numerico, ma poco dopo fummo raggiunti anche da Marcus e Caius, armati pure loro.
Presi un pò di sorpresa, ci fiondammo nel giardino verso cui dava la stanza di Aro e ci nascondemmo dietro angoli di muri e cespugli.
Provai a sentire i ragazzi attravrso la mini ricetrasmittente auricolare che avevamo tutti e tre.
- Coma va ragazzi? Tutto bene? - chiesi preoccupato.
- Si, tutto ok. - Emmett
- A posto, tutto intero - Jasper
- Tu? - mi chiesero insieme
- Tutto bene. Dobbiamo cercare di colpire Marcus e Caius per primi. Loro sono i bersagli più facili.- informai i miei compagni.
- Ricevuto. -
Intravidi Jasper puntare uno degli obiettivi col laser - mirino sulla pistola. Fece fuoco e riuscì a colpire Caius. Meno uno! Ora eravamo pari.
Quello che non riuscivamo a scorgere era Aro. Chissà dov'era il maledetto?
- Edward, ho un'idea. - mi chiamò Emmett - Voglio avvicinarmi a Blackie e farlo fuori di nascosto. Jasper, se sei d'accordo, tu occupati di Marcus. Edward cercherà Aro. Non l'ho ancora visto - espose il nostro amico.
- Si, mi sembra un'ottima idea, vista la situazione. tu che dici Edward? - mi chiese Jazz
- Sì, sono d'accordo. Mi fido di voi, ragazzi, attenti mi raccomando -
- Tranquillo - il vocione di Emmett si confuse di nuovo con quella più "giovanile" di Jasper nella loro risposta simultanea. Che strano effetto faceva. Ma ora dovevo pensare a trovare il mio nemico.
Cercai di spostarmi lentamente, stando basso. Dove accidenti era finito il vecchio?
Poco dopo, sentii una pistola puntata alla tempia. Oddio. Era la fine.
Bella
Mi dispiaceva di aver disobbedito, ma alla fine avevo seguito i ragazzi. Non ce la facevo proprio a stare lì ferma ad aspettare il ritorno di Edward. E che cavolo! Era l'uomo che amavo, il mio uomo! Dovevo stargli vicino. Sapevo che probabilmente mi avrebbe rimproverata, ma non mi interessava. Volevo solo accertarmi della sua incolumità di persona. avevo fiducia anche in Emm e Jazz, per carità, ma in quella situazione poteva accadere di tutto e io non riuscivo a stare tranquilla.
Mi ero vestita dinero anch'io, mi ero armata anch'io. Certo non avevo mai usato una pistola, ma non ero mica così ignorante. Poi avevo un padre ex poliziotto e lo avevo visto tante volte pulire la sua arma.
Non avevo idea di cosa avrei trovato. I ragazzi mia avevano anticipata di pochi minuti, ma quando fui finalmente dentro il giardino, sentii degli spari e mi si gelò il sangue.
Pregando che fossero caduti dei nemici, avanzai tra le folte piante finchè raggiunsi il perimetro dell'edificio. Mi abbassai, avanzando verso il lato destro del giardino, finchè vidi una scena terribile: un uomo stava puntando la pistola alla tempia di Edward.
Senza neppure pensarci, sparai a quell'uomo un pò in preda al panico, chiudendo gli occhi.
Poco dopo lo sparo non avevo il coraggio di guardare, ma sentii due braccia che mi stringevano.
Aprii gli occhi di scatto e mi scontrai con due giade magnifiche che mi sorridevano.
- Bella! Dio mio! Sei qui! Sei stata una pazza, ma ti devo la vita amore mio! - mi abbracciò forte, nascondendo il viso nella mia spalla.
- Edward, scusa, lo so che sarai arrabbiato con me, ma non ce la facevo a starmene lì in casa a girarmi i pollici mentre voi rischiavate! Mi dispiace, ma non potevo non agire! - parlai accorata.
- Bella, anche se dovrei rimproverarti non lo faccio. Se fossi stato al tuo posto credo che avrei fatto la stessa cosa e poi ti sei rivelata fondamentale! Aro mi aveva preso alla sprovvista e se non fossi arrivata tu... - si interruppe, scossando la testa.
- E così quello era Aro - dissi indicando il cadavere.
- Già. Il tuo intervento è stato davvero una manna - mi rispose un grosso vocione da orso.
- Emmett! Meno male! State bene anche voi! - esclamai vedendoli dietro le spalle di Edward.
Finalmente era tutto finito. I Volturi non esistevano più.
Chiamammo in foma anonima la polizia, informandola che c'erano diversi criminali da mettere al fresco. Non avrebbero avuto problemi: erano tutti addormentati e non si sarebbero svegliati prima di qualche ora. Quanto ai cadaveri decidemmo che anche a quelli ci avrebbe pensato la polizia.
Tornammo a casa col cuore finalmente libero e leggero.
Caspita... siamo arrivati in fondo, raga! Prossimo cap, Epilogo! Un bacione a tutti coloro che hanno letto!!
Ross =)