Edward
Ero sveglio da un pò, avevo dormito poco e male e stavo pensando disteso sul mio letto. Bella era scappata via da me, non voleva più vedermi e lo aveva detto chiaramente. Come potevo biasimarla? Chi mai avrebbe voluto stare al fianco di un assassino? Alla fine il mio ruolo imponeva sempre distacco e lasciarsi "scivolare via di dosso" qualunque cosa.
Da quando ho conosciuto Bella è scaturita in me la voglia di essere diverso, di fare questo tentativo... ma essere il capo di un'organizzazione come questa... Il nome di Re Supremo calzava senza dubbio a pennello, perchè alla stregua di un monarca o di un personaggio famoso c'erano obblighi e limiti: non poter essere quello che si vuole, quando si vuole, dover agire in un certo modo anche se non ti va, mostrarti agli altri in un dato modo e altro ancora. Infine ero legato comunque a qualcosa. Era pazzesco come qualsiasi ruolo nella vita, alla fine ti imponesse determinate regole da rispettare... tutto per la morale, o i soldi, o i sentimenti (di qualunque genere fossero), o per la religione, o per qualunque cosa in cui si credesse. In effetti, poi, se l'uomo agisse senza regole, senza limiti, senza niente a guidarlo e senza usare la propria intelligenza, libero da tutto, sarebbe a livello di un animale o peggio. Ogni individuo ha bisogno di credere in qualcosa, di avere una sua identità precisa e tutto questo lo trova nella propria cultura, all'interno del "gruppo" nel quale cresce e si identifica; poi, spinto da sentimenti, di qualunque genere, agisce secondo il proprio bisogno: che sia sopravvivenza, un compagno, denaro, ecc...
Questo è quello che ho fatto io quando Aro mi prese in custodia. Non avevo nessuno di cui occuparmi, perciò potevo permettermi di essere egoista e agii per sopravvivere, per essere qualcuno, per essere libero. Era per questo che ero diventato tanto ambizioso.
E proprio per la mia mentalità e per l'assurdo bisogno di lei in ogni caso, anche con l'odio, volevo che Bella stesse al mio fianco. Non potevo farne a meno nel modo più assoluto. La sera precedente l'avevo lasciata in pace senza tanto insistere, perchè avevo pensato fosse giusto dormisse sopra all'accaduto. Già... sicuramente mi starà odiando. Lo avevo letto nei suoi occhi e lo avevo avverito nella sua voce che mi diceva di non volermi più vedere.
Decisi di alzarmi e di andare a bussare alla sua porta per parlare con lei, ma la trovai aperta. Non era lì. Provai a chiamarla, per capire se era in bagno. Nessuna risposta. Aprii la porta e un dubbio si insinuò in me. Sperando che fosse sbagliato, uscii di casa andando a cercare Jasper ed Emmett, ma non ce ne fu bisogno perchè stavano venendo da me.
- Ragazzi, uno di voi due ha percaso visto Bella? - chiesi impaziente.
Mi guardarono stupiti per un attimo, poi mi risposero.
- No, Edward. Ma come? E' uscita da sola? Eppure lo sa che non è prudente - si preoccupò Jasper.
- Nemmeno io l'ho vista. Ma non ha nemmeno lasciato detto qualcosa? Un biglietto? - si informò Emmett.
- No. E ho un terribile sospetto. - mi voltai e corsi verso il garage, mentre gli altri due mi seguivano.
- Maledizione! E' scappata in moto! - urlai.
- Aspetta, Edward, perchè dici che è scappata? - mi bloccò Jasper. Giusto, loro non spevano della sera precedente. Lo spiegai loro velocemente.
Mi recai a grandi falcate dalle guardie, che subirono la mia ira funesta.
- Inetti! Idioti! Invorniti! Cosa facevate ieri sera?! - esclamai furibondo prendendo uno di loro per il bavero della camicia - Ve lo dico io! Dormivate! Razza di imbecilli! Non solo vi siete fatti fregare sotto il naso da un'intrusa, ma Isabella è scappata! - urlai, davvero incazzato nero - Adesso farete una bella sosta prolungata in "reclusione"! E che vi serva di lezione! - urlai, uscendo.
Mentre parlavo loro, non avevano nemmeno tentato di difendersi, forse anche un pò spaventati da quello che li aspettava. La "reclusione", infatti, era un "soggiorno" di due o tre mesi nelle celle seminterrate del vecchio palazzo di Aro, dove a far luce era solo una finestrella e l' "ospite" riceveva soltanto mezzo litro d'acqua e un panino al giorno. Forse un tantino brutale e poco consono, ma sicuramente efficace.
Entrai in casa nero come la pece, seguito da Emmett e Jasper.
- Dobbiamo trovarla ad ogni costo! - tuonai, imperioso.
- La troveremo, Edward. O noi non siamo più quelli che tutti conoscono. - mi rispose Jasper con determinazione. Emmett annuiva, d'accordo.
Jasper
Accidenti. Forse sarebbe stato meglio che non avessi parlato con Bella, ma credevo sinceramente giusto che sapesse, perchè ero convinto che si stesse innamorando di Edward. Per lui era importante, quella ragazza. Ai miei occhi, almeno, era abbastanza evidente. Ero certo che la vicinanza di Bella lo stesse cambiando in meglio e gliel'avevo anche accennato poco tempo fa.
Mi aveva stupito il modo in cui lei sembrava aver trapassato quello scudo di indifferenza, determinazione e ambizione che Edward si portava dietro da anni.
Nonostante io e Emmett fossimo cresciuti con lui, ci avessero dato gli stessi insegnamenti, probabilmente ad Aro e ai suoi fratelli era già chiaro chi avrebbe preso il comando e Edward fu tenuto molto più sotto pressione di noi due con qualunque lezione.
Eravamo sinceramente contenti di non essere i capi, viste tutte le incombenze del caso. Ed eravamo anche contenti per il fatto che fossimo i suoi "fidati". O almeno, quelli che ricevevano un minimo di fiducia da parte sua, dato che Edward non si fidava mai di nessuno. Per noi era un pò fratello, dato che avevamo vissuto nello stesso luogo, sempre a contatto, fin da bambini.
Adesso potevo solo immaginare lo shock di Bella. Mi dispiaceva per lei. Dopo tutte le sue difficoltà col padre malato, adesso anche questa batosta.
Raccontai a Edward della chiacchierata avuta con lei e come prevedevo, si arrabbiò molto, ma non so quale santo debba ringraziare: mi aveva permesso di spiegargli le ragioni che mi avevano spinto a dirle tutto e sembrò accettarle.
Una cosa era certa. Non ci arrenderemo e la troveremo.
Bella
Dopo essere fuggita nella notte avevo vagato per un pò, immersa nei miei pensieri, ancora sconvolta per la scena a cui avevo assistito. Ero passata un momento da casa per prendere il libretto dei miei risparmi, ma sapevo di non poter rimanere: c'era chi mi voleva uccidere. Seppur consapevole dei rischi, però, ero fuggita ugualmente, perchè non volevo stare vicino ad Edward. Chissà se mi avrebbe cercata? Sperai proprio di no. Ora restava soltanto da cercare un posto dove stare per un pò.
Pensai alla mia amica Angela, che di sicuro mi avrebbe aiutata volentieri, ma avrei dovuto spiegarle troppe cose e ammesso che avrebbe capito, era probabile che facessi finire lei stessa nei guai. No, no. Non potevo andare da lei. Non avendo gente senza scruppoli come quella alle calcagna.
Che fare quindi? Cercavo di trovare una soluzione a questo dilemma.
Pensare a ciò di cui avevo bisogno, adesso, era l'unica cosa a cui dovevo prestare attenzione, ma le immagini di quella scena... oddio... tornavano prepotenti e insistenti. Era insopportabile!
Come aveva potuto, Edward, come?! Era solo una ragazza... Lei aveva detto che voleva uccidermi, era vero, e non è che non fossi grata che ci fosse una persona in meno a volermi morta, ma era un essere umano. E nessuno di noi ha diritto di vita o di morte sugli altri, perchè nessuno è una divinità. Certo, è giusto difenderci, ma questo non significa ergersi a giudice supremo.
Ora capivo quando Edward mi diceva che lui otteneva sempre tutto. Il suo carattere ambizioso, la sua prepotenza e determinazione, certo, erano elementi fondamentali, ma se aveva anche questi metodi e in più aveva i soldi... due più due era automatico.
Scossi la testa come se avessi una mosca davanti al viso da scacciare, stringendo gli occhi.
Mi venne in mente che avrei potuto cercare qualcosa in una cittadina poco conosciuta, magari trovare un lavoretto e mantenermi per il tempo che sarei rimasta lì, nascosta. Pensai anche di cambiare colore dei capelli, magari avrebbe aiutato.
Pensai e ripensai a cosa potevo fare, quando arrivai in una piccola cittadina. Mi guardai un po' intorno, quando vidi un piccolo albergo e mi venne un'idea.
Quando entrai, mi accolse un uomo sulla quarantina che per sorriso e soprattutto gentilezza mi ricordava un pò Harry.
- Desidera signorina? - mi chiese gentile.
- Si, mi scusi. Vorrei sapere se avete bisogno di personale. - forse avevo trovato la soluzione, chissà?
- Oh, bhe... - mi rispose un pochino in difficoltà - una ragazza che sistemava le stanze c'era, ma adesso è mia moglie che se ne occupa. - mi spiegò.
- Capisco. E... senta, non poteri aiutarla? Se non potete pagarmi non importa. Mi basterebbero vitto e alloggio - gli chiesi accorata. Non sapevo cos'altro fare o dove altro andare, dopo tutto, ma era pur vero che quella poteva essere la soluzione migliore: un luogo sicuramente poco conosciuto, un albergo piccolo e confortevole, anche se non lussuoso e di livello basso. Sia Edward che i suoi nemici, col genere di vita che facevano, non avrebbero certo pensato ad un posto simile, no?
- Ok. Se ti accontenti, allora potrai aiutarla sia per le stanze che in cucina. In fondo credo che un aiuto le faccia comodo. Sai, aspetta un bambino ed è al secondo mese, quindi prima o poi avrebbe avuto bisogno ugualmente. - mi informò.
Io fui felice di sentirlo. Ma proprio contenta!
- Grazie! Grazie infinite! - gli dissi con fervore.
- Come ti chiami ragazza? - oh, giusto. Adesso veniva la parte dolente. Avrei usato il mio secondo nome, Marie.
Gli lasciai tutte le informazioni di cui aveva bisogno, ovviamente mentendo sulla mia provenienza e qualche altro dettaglio che potesse farmi riconoscere; poi, mi mostrò la mia stanza e le cose che avrei dovuto fare. Jim mi presentò anche sua moglie, Kate. Erano brave persone, gentili e cortesi. Mi sarei trovata bene con loro.
Edward
Dannazione! Com'era possibile? Bella era sparita da ben quattro giorni e non l'avevamo ancora trovata! Ah... le mie guardie dovevano dir "buona grazia" che le avessi mandate da Aro, perchè se fossero state qui avrebbero subìto sorte peggiore. Ero nervoso e furioso ogni momento di più!
Capivo che mi odiasse, e mi poteva anche stare bene, ma andarsene così, sapendo che Niko le stava dietro... era davvero un'incosciente!
Se solo mi avesse dato modo di parlare, di cercare di farle capire... Avrebbe potuto insultarmi per il resto dei nostri giorni, riversando su di me tutto il suo odio e il suo disprezzo, non mi sarebbe importato, ma no! Neanche quello. Cazzo!
Forse mi sarei dovuto dare una calmata, ma come diamine facevo, lì senza di lei, diviso tra rabbia e preoccupazione?
Jasper mi aveva rivelato che nel pomeriggio aveva parlato con Bella di quello che facevamo. All'inizio mi ero arrabbiato, pensando che l'avesse fatto apposta. Poi mi sono imposto di calmarmi e ci ho pensato un momento. No, tutto sommato Jasper non aveva fatto male. Mi aveva spiegato le sue ragioni ed ero rimasto incredulo di fronte alla sua perspicacia. O meglio, sapevo che l'aveva, ma non credevo che mi conoscesse così bene. Non sapevo se esserne contento o meno. Non era certo mia abitudine "fidarmi" di qualcuno.
Lasciai perdere la questione. Se mi avesse ritrovato Bella, avrei potuto anche chiudere un occhio sulla questione.
Poi, uno spiraglio di luce si fece strada in me, quando vidi proprio Jazz venirmi incontro.
- Edward! Forse l'abbiamo trovata. Pare che in una piccola cittadina poco distante da Seattle ci sia una nuova ragazza proprio da quattro giorni. Lo so che la cosa non ti dice niente e che può essere solo una coincidenza, ma pare che uno dei nostri uomini, Jimmy, capitato lì per caso, l'abbia vista in giro da lontano e sapendo che la cercavamo ha fatto qualche domanda qua e là. Insomma, gli hanno detto che lavora in un piccolo e insignificante alberghetto del posto. Non era sicuro fosse lei quando l'ha vista, perchè questa ragazza è bionda e pare si chiami Marie. Ma Jimmy dice che le somiglia molto e potrebbe essere lei. Che facciamo? andiamo a vedere? - mi parlò a mitraglietta, evidentemente ansioso quanto me di trovarla. In fondo poteva essere, se Bella avesse fatto in modo di non essere riconosciuta.
- Certo che andiamoa verificare. Tu e Emmett verrete con me. Subito. - ordinai, ansioso e furioso allo stesso tempo. Già. Furioso. Con me e con lei.
Giunti finalmente a destinazione, entrammo nel piccolo albergo. Ad accoglierci, un uomo dall'aspetto gentile.
- Desiderate? - ci chiese cortese. Ma si vedeva che non era convinto. Forse si stava chiedendo come mai, persone come noi fossero lì. In effetti eravamo vestiti con dei completi giacca e cravatta
- Buongiorno. Senta, vorrei parlare con una mia amica che adesso lavora qui da voi. Me la potrebbe chiamare? Ma non le dica che sono qui, vorrei farle una sorpresa. Magari le dica solo che lei ha bisogno di qualcosa - gli feci l'occhiolino, sorridendo. Parve convincersi e annunendo andò a chiamarla.
Quando arrivò, vidi che si trattava proprio di Bella. Aveva schiarito i capelli e ora sembrava impallidita e terrorizzata. Uno sguardo che non avrei voluto vederle, ma non mi importava. Lei doveva stare al mio fianco.
- Cara... Marie. - dissi a beneficio del gestore - Quanto tempo che non ci vediamo. Non mi riconosci? Sono Edward. - forse per non destare sospetti al gestore, la vidi cercare di darsi un contegno e si avvicinò.
- Edward, certo. Scusa, è passato tanto tempo che nonti avevo riconosciuto. - recitò, sorridente. - Ma che ci fai qui? Come hai saputo dove stavo? - mi domandò, sempre con quel sorrisetto falso, sicuramente a benficio del gestore, che vedendo così, intervenne.
- Scusa Marie. Ti voleva fare una sorpresa. - le sorrise benevolo - Ora vi lascio nelle vostre chiacchiere. - disse andandosene.
Come sparì, Bella mi si avvicinò furiosa.
- Come osi!? Non ti voglio più vedere, vattene! Maledetto assassino! - parlava a voce bassa, ma era come se mi stesse urlando addosso.
- Non mi importa cosa pensi di me. Ora torni indietro con noi. - la informai perentorio. - Emmett - gli feci segno di andare dal gestore per dirgli che Marie sarebbe andata via in quel momento, poi tornai a lei. - Subito, anche - parlai secco.
Senza aspettare la sua risposta, ricolgendo un'occhiata a Jasper, la caricammo di peso in macchina, tenendole la bocca chiusa e impedendole di urlare.
Pochi istanti dopo, ecco anche Emmett. Finalmente l'avevo ritrovata.
Bella
Accidenti! Maledizione! Ma perchè? perchè dovevo avere una vita tanto sfortunata? Cosa avevo fatto di male per dover soffrire così? Non era giusto!
Edward mi aveva trovata e ora mi aveva riportata a Forks. Adesso eravamo soli in casa, in soggiorno.
- Perchè? Perchè non mi lasci in pace?! - gli urlai.
- Isabella. - mi parlò in tono secco e duro - Non intendo discutere quando non c'è bisogno. Tu resterai qui. Punto e basta. - mi guardava con due occhi freddissimi, il volto contratto in un'espressione dura come il suo tono.
- No! Spiegami perchè, dannazione! Che ti importa, dopotutto? - sbottai.
Si avvicinò a me con il fuoco negli occhi.
Come sentii la pelle del divano dietro le gambe, mi spinse giù per le spalle, facendomi sdraiare. Non ebbi nemmeno il tempo di tentare di difendermi, che mi aveva già imprigionata sotto di sè, baciandomi con foga. Io strinsi gli occhi, tentando di non rispondere a quell'assalto.
Edward, però, era troppo forte e abile e mi costrinse ad aprire le labbra, insinuandsi all'interno della mia bocca con veemenza.
Lo sentii passare le mani sotto la gonna, sulle mie gambe. Accidenti alla divisa dell'albergo! Proprio la gonna! La sua mano si arrestò, vicina alla sua meta.
Aprii gli occhi, dopo che si era staccato dalle mie labbra. Mi guardò con occhi brillanti di fuoco, furiosi, perfino.
- Non mi importa se mi odi, tu sei mia e basta. E ti voglio, Bella, qui con me. - mi disse con fervore.
Lo guardai con stupore. Purtroppo non ebbi il tempo di fiatare, perchè riprese a baciarmi con veemenza. Io risposi, questa volta, consapevole ormai sapevo da tempo di cosa provavo per lui. Non lo ammettevo, ma lo sapevo. Lo amavo. Senza condizioni. E nonostante lo detestassi per quello che aveva fatto, io lo amavo con tutta me stessa e forse era più per questo che avevo iniziato a piangere.
Mi sentivo a casa e all'inferno nello stesso tempo: sì, perchè anche se avrei preferito un pò più di dolcezza, lo volevo; perchè anche se lo odiavo, lo amavo.
Mi prese in braccio e mi portò nella sua stanza, dove mi fece sua. Sempre con la stessa foga della prima volta, ma un pò meno dolce. E io volevo stare con lui. Perchè mi era mancato terribilmente in quei giorni passati in albergo, perchè non c'era momento in cui non pensassi a Edward, perchè lo amavo, nonstante tutto...
Come potevo provare un sentimento così intenso e profondo per uno come lui? Come potevo? Alla fine, spossata e mi addormentai.
Edward
Quando si addormentò tra le mie braccia, ancora coi segni del pianto sul volto, mi alzai per fare una doccia. L'avevo posseduta selvaggiamente, assecondando il desiderio e il bisogno di lei. Era l'unica strada possibile, per uno come me. Anche se mi detestava, anche se da adesso in poi mi avrebbe odiato come nessuno, non importava. Bella era qui con me, era vicina, non l'avrei lasciata andare. Mi ero imposto di non farmi impietosire da niente e se non la guardavo in quegli istanti era proprio per non pentirmi di come stavo agendo.
Oh Bella. Come posso fare? Non c'è altro mezzo per tenerti con me. E' l'unico modo che conosco per tenerti legata.
Uscii dal bagno e la osservai dormire. Non aveva il volto sereno come la prima volta che l'avevo avuta, non aveva l'aria rilassata. Sembrava stesse facendo un incubo. Parlottava qualcosa di incomprensibile nel sonno.
Distolsi lo sguardo. "Basta Edward. Comportati per quello che sei e basta. Tienila con te anche se non è felice." pensai. Lei era qui e non l'avrei più fatta andar via.